Le origini del puzzle per bambini risalgono addirittura al 1760, quando John Spilsbury, un cartografo londinese, si inventò questo splendido gioco, divertente e didattico. Come chiunque sa, consiste nell’incastrare tessere di cartone per farle combaciare e formare un’immagine predefinita. Oggi tantissimi modelli sono disponibili in commercio, da quelli elementari, con pochi grandi pezzi, adatti per i primi anni, ai più elaborati e 3D: su https://migliorigiochi.eu/ potete trovare varie idee su come scegliere questi “rompicapo” e altri giochi per bambini. Prima di acquistarne uno è opportuno considerare attentamente le caratteristiche e valutare così se il modello è adatto all’età del piccolo.
Puzzle per bambini: sviluppano la componente cognitiva
Gli educatori concordano nel fatto che contribuiscano a sviluppare le capacità cognitive. Impegnato a collocare le tessere nella giusta posizione, il bimbo interagisce coi genitori, nella risoluzione. Secondo uno studio il gioco aiuta anche a sviluppare le abilità spaziali, cioè le abilità di percepire, agire e operare, adoperando coordinate spaziali. Tirati fuori i pezzi e messi nello spazio, il soggetto deve ricostruire un ordine agli oggetti, osservando i particolari. Per far sì che tale attività dia i suoi frutti, non lasciate solo il bambino, ma rapportatevi con lui affinché si senta accompagnato e stimolato. Tanto per iniziare, attirate l’attenzione sull’oggetto, andando a indicare e toccare ogni singolo pezzo, dopoché strutturatelo in sequenze: si comincia con gli angoli per poi passare, man mano, al resto. Segnate a questo punto le differenze tra i pezzi, dividendo quelli di contorno, e spiegate al piccolo ciò che bisogna fare e, qualora dia primi segni di frustrazione, rincuoratelo, spiegandogli che occorre pazienza. Specialmente in tenerissima età è estremamente comune stancarsi in un batter d’occhio: basta che qualcosa non va per il verso ed ecco che partono i primi mugugni e lamenti! Un puzzle serve anche a temprarlo: nella vita troverà molti ostacoli che proveranno a fermarlo e quale miglior modo per fargli capire di tener duro se non con una componente ludica? Verificato che abbia ritrovato l’entusiasmo, invitatelo, con gentilezza, a mantenere la concentrazione sull’obiettivo.
Si parte dalle grandi dimensioni, per poi…
Quando proponete un puzzle per bambini, predisponete uno spazio comodo e stabile. Al compimento del primo anno, sottoponete magari uno da movimento, a grandi pezzi colorati in materiale rigorosamente atossico ed anche cubi. Forme semplici e colori vivaci cattureranno certamente la sua attenzione, soprattutto se ritraggono personaggi e situazioni familiari. Non proponete modelli con pezzi di ridotte dimensioni, che potrebbero venire ingeriti e attenetevi ai consigli indicati dalle aziende produttrici sull’età consigliata, solitamente indicata sulla scatola. Se volete spezzare la monotonia, magari proponete giochi ad incastro con una quantità di tessere, abitualmente in legno e con pomelli, pensate per essere afferrate e inserite agevolmente. Durante la crescita, cominciate a introdurre modelli con dimensioni maggiori, pezzi più piccoli e in diversi materiali. Inoltre, pure i puzzle “double face” presenti in commercio riscuotono favori grazie alle loro caratteristiche uniche, in quanto permettono di realizzare due puzzle per bambini contemporaneamente, costringendo dunque ad aguzzare la vista per scovare quale faccia scegliere per ricostruire l’immagine che ci si è prefissi di realizzare. Raggiunta una certa età, provate un po’ a vedere se c’è qualche puzzle educativo a tema, basato per esempio sulla geografia o altri argomenti oggetto di studio, per consentire al bimbo di apprendere importanti informazioni giocando. Infine, se dovete fare un regalo, partendo da una qualsiasi immagine (ad esempio una foto sua o di famiglia, ma anche un giocattolo) potete commissionare a professionisti puzzle per bambini personalizzati: piaceranno persino agli adulti!